Fungicida Biologico: un aiuto naturale

Fungicida Biologico: un aiuto naturale

I funghi e le muffe sono tre peggiori nemici delle piante, in particolare di quelle coltivate in maniera intensiva, perché oltre a minarne la salute, spesso in maniera irreparabile, si propagano molto velocemente e soprattutto condannano terreno e vasi, rendendoli impossibili da riutilizzare se no dopo averli trattati con un fungicida.

Molto pericolosi in agricoltura, gli attacchi da parte di colonie di funghi e marciumi devono essere immediatamente contenuti per evitare che l’alta densità di piante appartenenti allo stesso genere, e quindi con la solita vulnerabilità, si traduca in una vera catastrofe!

Come si diffondono i funghi

Funghi e muffe depositano le loro spore su terreni e superfici e restano latenti anche per mesi in attesa che tornino le condizioni adatte per il loro sviluppo, una volta che una colonia si sia installata. Molto spesso sono gli animali, compresi gli insetti impollinatori a propagare questi parassiti.

Specie in agricoltura, ma anche in giardini e parchi, l’alta densità di piante dello stesso genere è terreno fertile per le invasioni, e conviene sempre effettuare un’azione preventiva di decontaminazione.

Molto spesso un esemplare infettato da funghi è condannato, a volte in via definitiva per le piante legnose, deve essere eliminato e distrutto per evitare che diventi il centro di un nuovo focolaio. Per fortuna ci sono trattamenti piuttosto radicali per questo tipo di problema, ma conviene sempre fare un trattamento prima della stagione vegetativa se si vuol evitare di dover passare a rimedi drastici.

I fungicidi

Quando si sceglie di fare un intervento radicale per l’eliminazione di questi parassiti, le soluzioni fondamentalmente sono tre: la sostituzione completa di terra e vasi, il trattamento con fungicidi chimici e quello con prodotti biologici.

La prima via naturalmente è improponibile a meno che non si parli i piccoli interventi, e soprattutto in assenza di piante da salvare. Per quanto riguarda invece la scelta di utilizzare sostanze tossiche, sempre più spesso si decide di optare per una soluzione naturale anche per evitare che rimangano dei contaminanti tossici che possono essere dannosi per la nostra salute.

In commercio si trovano molti sistemi fungicidi per il verde a base naturale, impropriamente detti “biologici” perché si tratta comunque sempre di composti chimici, ma a basso impatto. I prodotti sono basati su principi operativi differenti.

Si tratta perlopiù di composti chimici a bassa complessità e a largo spettro, in cui c’è il principio efficiente non viene incapsulato o unito a molecole ingegnerizzate per fare interventi mirati.

Poltiglia Bordolese

È semplicemente una miscela di solfato di rame e calcio, sviluppata parecchio tempo addietro e molto diffusa in agricoltura, anche sulle piante da frutto, perché pur essendo estremamente tossica per i funghi, causa pochi danni sugli organi verdi. Si tratta di una sostanza che si distribuisce preventivamente per impedire ai funghi di attecchire. Il suo funzionamento è basato sulla modifica della permeabilità della cellula del fungo, tramite un processo di denaturazione degli enzimi e delle proteine che la compongono. L’importante nell’uso della ramatura è l’impiego di quantità contenute, perché tende ad accumularsi nel terreno.

Zolfo

Un altro importante fitofarmaco tradizionale è lo zolfo che ha una azione liposolvente e disidratante. Si sostituisce l’ossigeno nella catena respiratoria del fungo, causando un crollo dell’energia disponibile a livello cellulare. Si usa comunemente su cereali, piante da frutto, da fiori e ornamentali, in particolare contro gli oidi.

Polisolfuri

Sempre basati sullo zolfo sono i polisolfuri, che si usano nelle coltivazioni fruttifere, cerealicole, ornamentali e floreali con un principio di funzionamento simile a quello dello zolfo semplice, potenziato dalla presenza di calcio. Deve il suo successo al fatto che si accumula molto meno nel terreno e con effetti meno gravi rispetto alla poltiglia bordolese. È particolarmente utilizzato per il melo, il pero, e la vite. Anche per quanto riguarda i poli solfuri è consigliabile sempre un uso preventivo.

Precauzioni

Come tutti i fitofarmaci ci sono delle precauzioni anche per quelli “biologici” o meglio adatti all’agricoltura tradizionale.

La somministrazione deve avvenire a debita distanza sia dal periodo della raccolta che di fiorita, per evitare la contaminazione dei frutti e dell’eventuale miele.

I fitofarmaci sono tossici per le api e si accumulano nei loro prodotti, quindi nei terreni trattati non si deve permettere la raccolta del polline.

La loro efficacia non è lunghissima nel tempo, perché tendono ad essere dilavati dalla pioggia, quindi in caso possono essere necessari più trattamenti, senza eccedere.

Bisogna ispezionare le piante per decidere se un secondo intervento si rende o meno necessario.