Un nevo melanocitico congenito è una lesione cutanea (più o meno estesa) localizzata sulla pelle di una persona sin dalla sua nascita.
Come ogni nevo, si tratta di una lesione cutanea di forma tondeggiante, iperpigmentata (con un colore che va dal marrone al nero) che viene prodotta dai melanociti (cellule della pelle).
Un nevo melanocitico congenito può essere peloso se la sua superficie è ricoperta di peli.
In linea di massima si tratta di una formazione di natura benigna ma occorre, come per ogni nevo, prestare attenzione ai possibili cambiamenti che potrebbero avvenire nel tempo.
Tipologie della lesione cutanea
In base al momento in cui compare, distinguiamo fra un nevo melanocitico congenito (che, appunto, compare sin dal momento della nascita) e quello acquisito (che, invece, compare in un secondo momento).
A sua volta, un nevo melanocitico congenito può essere classificato in base:
- a dove origina il processo proliferativo dei melanociti che producono la lesione cutanea;
- alla dimensione in termini di diametro.
Distinzione in base a dove origina il processo proliferativo
A seconda del luogo in cui prende origine il processo proliferativo per cui compare la lesione, distinguiamo fra nevo melanocitico congenito:
- giunzionale: quando il processo proliferativo dei melanociti che producono la lesione cutanea si verifica a livello della giunzione dermo – epidermica. La lesione cutanea, in questo caso, ha un colore marrone o nero, è di forma rotonda e presenta una superficie piana. In genere, si presenta durante l’infanzia e con il tempo può o regredire o iniziare a sporgere e diventare in rilievo.
- dermico o intradermico: in questo caso, il processo proliferativo dei melanociti si verifica in uno strato inferiore della pelle, cioè sotto l’epidermide (nel derma). Il colore tipico è il marrone chiaro o color pelle e il periodo della comparsa è quello dell’età adulta.
Infine, il nevo melanocitico composto congenito è quello che presenta delle caratteristiche a metà strada tra il giunzionale e il dermico.
Distinzione per dimensione
In base alla dimensione in termini di diametro, il nevo melanocitico congenito si distingue in diversi tipi:
- nevo melanocitico congenito piccolo, la sua grandezza è inferiore ai 2 centimetri;
- nevo melanocitico congenito di medie dimensioni, quando il suo diametro è compreso fra i 2 e i 20 centimetri;
- nevo melanocitico congenito grande, se le dimensioni del suo diametro superano i 20 centimetri;
- nevo melanocitico congenito gigante, quando le sue dimensioni sono maggiori dei 40 centimetri di diametro.
Questo si presenta come una grande macchia scura che si può manifestare sul volto, sul dorso o sul bacino.
Spesso è accompagnato da altri nei che vengono chiamati satelliti.
In realtà, la distinzione fra quello grande e quello gigante non è così netta: in medicina si tende a considerare gigante un nevo melanocitico congenito che abbia un diametro maggiore di 20 centimetri.
In ogni caso, maggiore è la dimensione del nevo congenito melanocitico, maggiore sarà la probabilità che questo evolva in un tumore maligno della pelle, cioè in un melanoma.
Se di grandi dimensioni, inoltre, oltre ad esserci un rischio maggiore per la salute, potrebbero esserci dei disagi estetici creati proprio dalla grandezza della lesione (anche perché può presentarsi in tutte le parti del corpo e quindi anche sul viso).
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I sintomi
A prescindere dalle dimensioni, un nevo melanocitico congenito è, in linea di massima, asintomatico, cioè non produce alcun sintomo rilevante per la persona che lo presenta.
Tuttavia, potrebbe capitare che si senta prurito e, se questa condizione persiste, è caldamente consigliato il consulto di un medico per scongiurare il rischio che si tratti di qualcosa di più grave.
Gli elementi da tenere sotto controllo
Prima di allarmarsi e rivolgersi ad uno specialista, è possibile effettuare una valutazione da soli delle possibili variazioni che hanno interessato la lesione cutanea.
In particolare ci sono degli elementi che possono cambiare nel tempo e che bisogna tenere sotto controllo.
Come per ogni altro nevo, gli elementi che dovrebbero essere controllati periodicamente, anche mediante un auto esame (da fare almeno una volta al mese) sono:
- variazione nel colore (il colore è diverso rispetto a quello originario oppure non è più ben definito);
- aumento delle dimensioni;
- bordi irregolari e non più definiti;
- cambiamento nella forma (e, quindi, perdita della normale simmetria).
Inoltre, altri campanelli d’allarme possono essere:
- il sanguinamento senza apparente motivo;
- la rottura o lo sfaldamento;
- il prurito persistente (come già detto);
- il dolore.
Se si verificano uno o più di questi fenomeni, sarà opportuno rivolgersi ad uno specialista che, approfondendo, darà la giusta diagnosi.
Come viene rilevato dal dermatologo?
Un nevo melanocitico congenito viene diagnosticato con facilità da un dermatologo che, grazie ad un’apposita fotocamera (il dermatoscopio), riesce ad osservare con precisione la lesione cutanea, scrutando dei particolari che possono sfuggire ad occhio nudo.
È consigliabile effettuare dei controlli periodici presso il dermatologo per verificare se ci siano state delle variazioni preoccupanti in uno o più degli elementi detti in precedenza (simmetria, bordi, colore, dimensione).
Eventualmente, il dermatologo può suggerire di sottoporre il nevo a biopsia, cioè prelevare un campione della lesione per verificarne la natura (benigna o maligna).
Se il medico ha ragione di credere che si possa trattare di una formazione maligna, può consigliare di rimuoverla chirurgicamente e sottoporla all’esame istologico per approfondimenti.
Rimedi e trattamenti
Chi presenta sulla propria pelle un nevo melanocitico congenito potrebbe provare un certo disagio se la lesione si estende troppo: in questo caso potrebbe volerlo rimuovere.
Può essere necessaria la rimozione anche nel caso in cui si voglia scongiurare il rischio che la lesione si trasformi in una forma maligna.
I metodi per l’asportazione sono:
- la chirurgia (con bisturi a lama o con elettrobisturi);
- il laser;
- la dermoabrasione.
Sarà lo specialista, in base alla diagnosi e alla tipologia, a suggerire il trattamento più adeguato.
Nel caso di quello gigante, ad esempio, l’intervento più efficace è la chirurgia, che avviene mediante un’escissione radicale o a più riprese, anche utilizzando degli espansori cutanei.
Questi ultimi sono dei palloncini di silicone che vengono inseriti sotto la pelle sana vicino alla lesione e poi gonfiati per farla dilatare, così che si possa utilizzarla per ricoprire la parte lasciata libera dopo la rimozione del nevo.